Nesiotikà: Oristano Aegean Seminars

Il 9 maggio a partire dalle ore 10,30 il Prof. Massimo Perna nell’ambito delle attività degli “Oristano Aegean Seminars” presenterà gli interventi del Prof. Massimiliano Marazzi, Università di Napoli Suor Orsola Benincasa, su “La scrittura dipinta degli Hittiti”, a seguire quello del Prof. Matteo Vigo, Università di Roma La Sapienza, sulle “Analisi di una scomparsa: per un tentativo di storicizzazione della fine del regno ittita” e del Prof. Raimondo Zucca , Università di Sassari, “I Daidaleia di Dedalo in Sardegna”.
“La scrittura dipinta degli Ittiti” si propone di illustrare lo stato delle arti in proposito. Nell’agosto del 2022, durante una ricognizione finalizzata al controllo delle strutture portanti della posterula che passa al di sotto del vallo monumentale di Yerkapı, nella capitale degli Hittiti, Hattusa, un collaboratore della missione archeologica dell’Istituto Germanico di Istanbul si accorse della presenza, su alcuni massi che formano le pareti del passaggio sotterraneo, di non ben identificabili di segni dipinti. A seguito di questa segnalazione, nel corso dei giorni successivi, il direttore della missione, Andreas Schachner, si recò sul posto insieme con alcuni archeologi. Nel giro di poche ore, un’ispezione accurata dei massi che formano le strutture portanti della posterula permise non solo di accertare che i segni erano sicuramente attribuibili al cd. geroglifico anatolico, ma anche che quasi tutti i massi che formano la parte centrale della struttura erano ricoperti di iscrizioni simili. Già nel corso della prima settimana i controlli effettuati portarono all’individuazione di oltre 200 iscrizioni geroglifiche, alcune composte di più segni, altre formate da un solo glifo, probabilmente con valore di logogramma. La notizia di una tale scoperta si diffuse sui media scientifici rapidamente: gli Hittiti possedevano una scrittura dipinta!
Cosa significavano le iscrizioni? Perché erano apposte in un passaggio sotterraneo? Quanti tipi di iscrizioni si ripetevano sui massi delle pareti?
La portata scientifica della scoperta metteva in discussione tutto il sapere che, diversi decenni di studio del geroglifico anatolico, faceva ritenere ormai consolidato.
Un’équipe internazionale turco-italo-tedesca si mise al lavoro già nel mese di settembre dello stesso anno; oggi, a quasi 3 anni di distanza, si ha finalmente un quadro abbastanza attendibile del significato, dei contenuti e della funzione di queste iscrizioni. Si è però anche acquisita la consapevolezza che le risposte ai quesiti iniziali hanno generato tutta una serie di nuovi interrogativi che le ricerche dei prossimi anni nel campo degli studi anatolistici non potranno ignorare.
L’intervento del Prof. Vigo verterà invece sulla scomparsa del regno ittita, uno degli stati territoriali del Tardo Bronzo all’interno dello scacchiere vicino-orientale, che rappresenta uno degli argomenti di ricerca più affascinanti ma al contempo enigmatici, non solo per gli Ittitologi, ma anche per gli storici di altre discipline vicino-orientali. In questa presentazione si offrirà una panoramica aggiornata dello stato degli studi, cercando di coniugare la documentazione epigrafica a disposizione tra storicità e propaganda.
Lo studio presentato dal Prof. Zucca partirà dalle attestazioni di Diodoro (4.30,1): Daidalos, chiamato dalla Sicilia in Sardegna da Iolaos, avrebbe realizzato nell’isola sarda molte opere (erga) grandi, chiamate daidaleia, esistenti ancora al tempo della fonte di Diodoro. Il seminario si incentra appunto sull’uso del termine “daidaleia” (e simili) a partire dalle attestazioni in lineare B di Cnosso, alle fonti letterarie greche, alla documentazione epigrafica, per decodificare l’uso di Daidaleia in Sardegna.