Nesiotikà: seminari di Archeologia Cristiana e Medievale – Prof. Pier Giorgio Spanu

Nesiotikà: seminari di Archeologia Cristiana e Medievale – Prof. Pier Giorgio Spanu

Per l’insegnamento di Archeologia Cristiana e medievale con il Prof. Pier Giorgio Spanu, lunedì 14  e martedì 15 marzo interverranno Marco Muresu e Matteo Braconi.
Il Dott. Marco Muresu, docente a contratto dell’Università di Cagliari, tratterà de “Il monachesimo mediobizantino al Monte Athos” e di “Numismatica e archeologia: la moneta come indicatore”.
Il primo seminario riguarderà lo studio delle principali testimonianze archeologiche, storiche e documentarie relative ai primi due secoli del monachesimo al Monte Athos. Quest’ultimo toponimo identifica l’ultima delle tre lingue di terra che formano la penisola Calcidica, in Grecia. È un luogo unico al mondo, nonché uno dei più importanti santuari e mete di pellegrinaggio del cristianesimo ortodosso. Durante l’età medievale, Athos ha esercitato un ruolo forte ed influente verso la società del tempo, grazie al prestigio del suo fenomeno monastico, sviluppato dapprima in forma eremitica – a partire dalla prima metà del sec. IX – e successivamente divenuto comunitario e autonomo, grazie all’azione di figure cardine quali S. Atanasio di Megisti Lavra (~ 920 – 1000).
I venti Sacri Monasteri dislocati nel suo territorio custodiscono ancora oggi alcune tra le migliori espressioni di arte sacra, architettura e pittura del panorama culturale del Mediterraneo orientale bizantino. Lo studio sistematico dei relativi manufatti permette di riconoscere la convergenza di interessi che hanno visto interagire imperatori, nobili, condottieri aspiranti monaci, mercanti, fino a ‘semplici’ fedeli e/o pellegrini, provenienti non solo dall’impero bizantino ma da tutto il bacino del Mediterraneo e dall’Europa continentale.
Il seminario sulla Numismatica propone una serie di spunti mirati a ricostruire il paesaggio della Sardegna durante l’arco cronologico nel quale l’isola fu soggetta al dominio e all’influenza culturale di Bisanzio (dal VI fino all’XI secolo, con alterne modalità). La moneta svolge la funzione di “indicatore” dell’insediamento e della presenza dell’uomo attraverso il suo valore sociale, economico, storico: queste potenzialità vengono messe a sistema – con diverse modalità di dettaglio, a seconda della qualità del dato a disposizione – per unire l’apporto metodologico della numismatica a quello della ricerca archeologica. Il tutto avviene, in Sardegna, sulla griglia del preesistente Itinerarium Antonini (sec. III d.C.), a riprova di una sostanziale continuità che perdurò nell’isola dall’antichità al medioevo (e anche oltre).

Il seminario del Dott. Matteo Braconi, del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli studi Roma Tre, dal titolo “La basilica e la catacomba di Santa Mustiola a Chiusi (SI). Dati a confronto da vecchie e nuove ricerche.” presenterà un nuovo programma di indagine archeologica presso la Catacomba di Santa Mustiola che, dal 2016 al 2019, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha intrapreso, in collaborazione con l’Università degli Studi Roma Tre e, dal 2018, con il Servizio di Bioarcheologia del Museo delle Civiltà. Lo scopo del progetto è quello di definire con maggiore chiarezza i limiti cronologici entro i quali il cimitero ipogeo nasce e si sviluppa, verificandone parallelamente i modi e i tipi di fruizione. Lo scavo sistematico sistematico delle tombe, 15 loculi e 29 arcosoli, ha permesso di rilevare una intensa modalità di utilizzo dei sepolcri, con sequenze di inumazioni ben riconoscibili in almeno due distinte fasi di occupazione.
In connessione con la catacomba doveva esistere, forse già in epoca tardoantica, una basilica dedicata alla martire eponima, demolita alla fine del ‘700, ma nota da diverse fonti documentarie e iconografiche. Tra il 1998 e il 2000, il settore subdiale è stato oggetto di un’indagine archeologica, ancora inedita, nell’ambito della quale si è portata alla luce un’area sepolcrale composta da almeno 50 tombe pavimentali, riconducibili all’impianto di una necropoli attiva forse dal III secolo d.C., con una prolungata sequenza occupazionale, riconosciuta, dai pochi materiali di corredo rinvenuti, almeno fino al V secolo. Le sepolture erano deposte all’interno di fosse di forma rettangolare o antropomorfa, chiuse da tegole disposte in piano o, più raramente, alla cappuccina.

Di seguito gli orari degli interventi:
– lunedì 14 marzo, ore 15,15, Dott. Marco Muresu, Università di Cagliari
– martedì 15 marzo, ore 9,15, Dott. Marco Muresu, Università di Cagliari
– martedì 15 marzo, ore 15,15, Dott. Matteo Braconi, Università di Roma Tre

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