I motivi decorativi del vestiario dei defunti nella pittura catacombale e i rapporti con la produzione tessile coeva – Prof. Matteo Braconi
Per l’insegnamento di Archeologia Cristiana e medievale, il cui titolare è il Prof. Pier Giorgio Spanu, giovedì 14 novembre il Prof. Matteo Braconi del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Roma Tre, terrà il seminario intitolato: “I motivi decorativi del vestiario dei defunti nella pittura catacombale e i rapporti con la produzione tessile coeva”.
A più riprese si è tornati a riflettere sulle forme e sui codici dell’autorappresentazione dei defunti nell’ambito della pittura catacombale, riconoscendo ora un’intenzione prettamente simbolica, dove l’immagine del committente o, più in generale, del defunto, viene resa in maniera allusiva, generica e vagamente evocativa, ed ora invece una vis iconografica fortemente realistica, attraverso la quale i destinatari di questi monumenti scelgono di farsi rappresentare impiegando le strategie figurative tipiche della ritrattistica coeva. In questi ultimi casi, i committenti e i defunti vengono raffigurati con una estrema attenzione per il vero, enfatizzando tratti fisionomici particolarmente identificativi, rimarcando peculiarità legate alla loro acconciatura oppure riproducendo gioielli e beni preziosi ritenuti particolarmente utili per la definizione del loro status sociale, talvolta realizzati con una precisione tale da poterne stabilire tipi, forme e caratteri produttivi.
In questi processi di autodefinizione identitaria un ruolo particolarmente significativo viene giocato dal vestiario dei defunti che, sebbene in molti casi si presenti secondo modelli piuttosto standardizzati, privo quindi di caratteri peculiari e distintivi, talaltra compare in forme più complesse, secondo le quali gli abiti vengono raffigurati con estrema precisione, mostrandone dettagliatamente i motivi decorativi che li caratterizzano. La lettura e l’analisi di questi elementi, che si ritrovano negli orbiculi e nei clavi, nei galloni e nelle tabulae, sino ad interessare gli interi indumenti, consente di confrontare i modelli raffigurati con gli abiti e gli elementi tessili che ancora si conservano nei musei e nelle gallerie, offrendo spunti di riflessione per quanto attiene la circolazione dei prodotti tessili nel corso della Tarda Antichità, la definizione cronologica di alcuni monumenti, insieme alla lettura dei canali di diffusione dei gusti e delle mode che contraddistinguono le élite del tempo.