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Il codice a barre della vita: laboratorio conclusivo del progetto sulla bioinformatica il 20 maggio al Chiostro del Carmine

Il codice a barre della vita: laboratorio conclusivo del progetto sulla bioinformatica il 20 maggio al Chiostro del Carmine

L’azione conclusiva del progetto “Connessioni tra scienza e informatica per un approccio innovativo alle discipline STEM” si terrà al Chiostro del Carmine il 20 maggio prossimo e sarà rivolta ad un gruppo di 30 studenti di classe V provenienti da alcune scuole superiori di Oristano (Mariano IV, Othoca, De Castro) e dal Mariano IV di Ghilarza. In programma il laboratorio dal titolo “Il codice a barre della vita: analisi di sequenze per studiare il DNA o l’evoluzione“. Interverranno due docenti del Corso di Laurea in Biotecnologie Industriali e Ambientali, Dott.ssa Valentina Capponi e Prof. Paolo Francalacci, i quali descriveranno la rivoluzione apportata dalla bionformatica nelle loro rispettive discipline di competenza. Infatti, sia la Biologia Molecolare che la Genetica sono profondamente cambiate negli ultimi decenni da approcci innovativi verso l’ottenimento di big data e la loro analisi. Questo ha anche influenzato notevolmente le competenze necessarie per l’inserimento nel mondo del lavoro.

Il barcoding è una metodologia di analisi genetica per cui una certa regione del DNA identifica una specie vivente. Negli animali il gene studiato è il Citocromo Ossidasi subunità 1 (COX1) situato nel DNA mitocondriale; in particolare si analizza una regione di circa 700bp al suo interno detta «Folmer region».  Si sceglie un qualunque gruppo animale (un genere oppure una famiglia)
con un sufficiente numero di individui appartenenti a più di una specie,  le cui sequenze del gene COX1 siano presenti in un database pubblico detto Genbank, e si analizzano al fine di verificare se lametodologia di barcoding identifica correttamente le specie nel gruppo animale prescelto. Durante il laboratorio i partecipanti impareranno a scaricare dati da Genbank, ad utilizzare specifici software di analisi genetica come Bioedit 7.7 e MEGA-X, e rappresenteremo i risultati su un software di grafica applicata agli alberi filogenetici (Figtree 1.4.4).
Gli studenti arriveranno a capire come e dove sono archiviati i dati biologici, ovvero a condurre ricerche esaustive per trovare dei dati di interesse.

Il progetto, realizzato con il contributo di Fondazione di Sardegna e in collaborazione con l’Università di Cagliari, prevedeva due incontri propedeutici svolti tra aprile e maggio, che hanno approfondito gli approcci bioinformatici nelle discipline STEM e dato evidenza alle innovazioni in ambito biotecnologico, con particolare riferimento alle competenze in uscita del curriculum di Biotecnologie Industriali e Ambientali, corso di laurea in Biotecnologie dell’Università di Cagliari, attivo nella sede universitaria di Oristano.  Hanno preso parte all’iniziativa oltre 180 studenti complessivamente: protagonisti oltre agli istituti Othoca, De Castro e Mariano IV di Oristano, anche l’ITI di Tortolì, l’Asproni-Fermi di Iglesias e il Levi di Quartu S.Elena.

Il progetto, organizzato dal Consorzio UNO in collaborazione con il Corso di Laurea in Biotecnologie Industriali e Ambientali, vede il coordinamento scientifico del Prof. Paolo Zucca, docente di Laboratorio di Biochimica (Università di Cagliari, sede di Oristano).

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